Imposta Municipale Unica (IMU-TASI)
Dal 2012 è stata introdotta l’Imposta Municipale Unica, un’imposta diretta che grava sul patrimonio immobiliare (abitazioni, immobili per attività economiche, altri immobili, terreni), che ha sostituito l’ICI (Imposta Comunale sugli immobili).
A) Nel 2014 è previsto un gettito netto IMU di 130,8 milioni di euro
Tale gettito viene definito netto perché sconta una riduzione di 60,6 milioni di euro (che rappresentano la stima della quota dovuta nel 2014, sulla base della normativa nazionale, dal Comune di Bologna per alimentare il Fondo di solidarietà comunale). Tale quota viene infatti direttamente trattenuta dallo Stato sul gettito IMU spettante al Comune di Bologna.
Da un punto di vista sostanziale si può quindi affermare che nel 2014 i contribuenti bolognesi dovrebbero corrispondere al Comune a titolo di IMU una somma pari a 191,3 milioni di euro.
Il confronto con il Budget 2013 (che prevedeva una previsione di IMU di 222,4 milioni) non ha significato sostanziale, per effetto delle numerose modifiche intervenute nel corso del 2013 che hanno radicalmente mutato il quadro normativo relativo a questa imposta.
Basti ricordare a questo proposito che nel 2014 la quasi totalità delle abitazioni principali non sarà soggetta all’imposizione IMU e dovrà invece corrispondere la TASI.
Molto più significativo il confronto con il dato di Consuntivo 2013 relativo all’IMU effettivamente pagata dai bolognesi, che evidenzia una variazione di circa 10 milioni di euro (con l’esclusione della quota straordinaria del 40% della Mini IMU). Tale variazione è essenzialmente dovuta alla decisione assunta dalla Giunta, per assicurare l’equilibrio di Bilancio, di aumentare nel 2014 l’aliquota IMU sugli immobili destinati ad attività economiche dal 9,6‰ al 10,6‰, confermando invece sostanzialmente le aliquote 2013 per tutte le altre categorie di immobili.
Sulla base delle stime attualmente disponibili tale aumento di imposizione IMU sugli immobili destinati ad attività economiche dovrebbe infatti produrre un gettito aggiuntivo di circa 10 milioni di euro.
Nel Bilancio 2014 appare per la prima volta la TASI (Tributo per i servizi indivisibili) con una previsione di incasso di 48 milioni di euro. Tale tributo verrà applicato nel 2014 esclusivamente sulle abitazioni principali in sostituzione dell’IMU.
Per ragioni di equità e di semplificazione degli adempimenti tributari la Giunta ha deciso di applicare nel 2014 tale tributo con l’aliquota massima del 3,3‰ (imputando quindi esclusivamente a tale base imponibile l’aliquota addizionale dello 0,8‰ prevista da un recente decreto).
Il gettito prodotto da questa aliquota dello 0,8‰ è destinato a finanziare detrazioni di imposta o altre misure relativamente alle abitazioni principali e alle unità immobiliari ad esse equiparate. In altri termini tali detrazioni debbono essere articolate in modo da generare effetti sul carico di imposta TASI equivalenti a quelli determinatisi con riferimento all’IMU relativamente alla stessa tipologia di immobili.
Sulla base di questi orientamenti è stato condiviso un protocollo d’intesa con le Organizzazioni Sindacali che prevede l’applicazione di un sistema di detrazioni sulla TASI articolato in 25 scaglioni, con importi decrescenti al crescere delle rendite catastali e tali da produrre i seguenti effetti:
- esenzione totale dal pagamento della TASI grazie alla detrazione di 175 euro per tutti i proprietari di immobili la cui rendita catastale complessiva (comprensiva quindi anche delle pertinenze) sia inferiore a 327,39 euro;
- detrazioni TASI decrescenti (da un valore di 160 euro a un valore minimo di 5 euro, per scaglioni di rendita catastale di ampiezza omogenea e pari a circa 59,5 euro) per tutti i proprietari di immobili la cui rendita catastale complessiva (sempre tenuto conto delle pertinenze) sia compresa tra 327,39 euro e 1.696,43 euro;
- azzeramento delle detrazioni TASI per tutti i proprietari di immobili la cui rendita catastale complessiva (sempre comprensiva delle pertinenze) sia superiore a 1.696,43 euro.
La combinazione fra l’aliquota del 3,3 per mille e il sistema di detrazioni in precedenza descritto consente di ottenere i seguenti risultati, estremamente significativi sotto il profilo dell’equità e della semplificazione degli adempimenti dei contribuenti:
- esentare completamente dal pagamento della TASI tutti i proprietari di abitazioni principali con rendita catastale (comprensiva delle pertinenze) inferiore a 327,39 euro, che in precedenza non pagavano l’IMU (calcolata ad aliquota base del 4 per mille, con detrazione fissa di 200 euro). Sulla base dei dati in possesso dell’Amministrazione vengono così esentate dal pagamento della TASI oltre 6.000 abitazioni principali;
- rendere sostanzialmente equivalente l’importo da pagare per la TASI all’importo IMU versato nel 2012 (sempre calcolato ad aliquota base del 4 per mille, con detrazione fissa di 200 euro e senza prendere in considerazione le precedenti detrazioni per i figli fino a 26 anni) per tutti i proprietari di abitazioni principali con rendita catastale compresa negli scaglioni in precedenza evidenziati;
- minimizzare i risparmi che emergono inevitabilmente nel confronto fra TASI ed IMU per tutti i proprietari delle abitazioni principali con rendita catastale più elevata (superiore a 1.696,43 euro). Come è emerso dalle elaborazioni compiute dall’Amministrazione si trovano in questa situazione oltre 6.000 abitazioni, occupate in larga prevalenza da proprietari in condizioni socio-economiche nettamente superiori alla media cittadina.
Il sistema di detrazioni concordato lascia aperto il problema delle detrazioni relative ai figli conviventi in età fino a 26 anni, riconosciute dalla precedente normativa IMU ai proprietari di prima abitazione in forma transitoria. Era infatti prevista la loro eliminazione dal 2014.
Per affrontare tale problema (limitatamente alle famiglie in condizioni socio-economiche più disagiate) le parti concordano di finalizzare il Fondo anti-crisi 2014 di parte corrente ad interventi di tipo economico a favore delle famiglie con figli che si trovino nelle seguenti situazioni:
- proprietarie a Bologna e in tutto il territorio nazionale e all’estero dell’abitazione principale (e delle relative pertinenze) con una rendita catastale complessiva fino a 892,85 euro, pari ad un valore rivalutato imponibile ai fini TASI di 150.000 euro. Secondo i dati in possesso dell’Amministrazione si trova in questa situazione circa la metà dei proprietari bolognesi di prima abitazione. Oltre alla proprietà sopra specificata della prima abitazione è ammesso il possesso di altri immobili, in Italia e all’estero, con una rendita catastale inferiore a 180 euro;
- caratterizzate dalla presenza nel nucleo anagrafico alla data del 31 dicembre 2013 di 2 o più figli di età inferiore a 26 anni che risultino fiscalmente nell’anno d’imposta 2013 ancora a carico;
- in una condizione socio-economica (per quanto riguarda i redditi dichiarati e il patrimonio immobiliare e mobiliare posseduto) tale da generare sulla base dei nuovi criteri previsti dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 159/2013 un valore ISEE inferiore a 20.000 euro. Si evidenzia che la nuova normativa sull’ISEE prevede detrazioni particolari a favore dei lavoratori dipendenti e pensionati e delle famiglie con componenti in condizioni di disabilità o di non autosufficienza.